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Note

 
 

Le lavorazioni che concorrono a fare il sonoro di un film sono diverse:
La prima in ordine di apparizione è la ripresa dei suoni sul set della quale si occupa il fonico di presa diretta.
Le riprese sonore sono generalmente fatte con diversi microfoni contemporaneamente: microfoni ambientali, che uno o più microfonisti si occupano di direzionare sulle sorgenti da riprendere durante l'azione ( ad esempio gli attori ); radiomicrofoni, che vengono posizionati direttamente addosso agli attori per riprenderne al meglio la voce senza altri rumori indesiderati provenienti dall' ambiente di ripresa; microfoni piazzati, che il fonico colloca nascosti in alcuni punti strategici sul set.
una volta terminate le riprese e montato il film comincia la sua sonorizzazione, la post produzione del suono. A seconda della circostanze, delle diverse scene, sarà utile usare il suono proveniente da uno piuttosto che da un altro oppure da diversi dei microfoni usati sul set. sarà anche necessario "pulire" il suono eliminando rumori indesiderati, interferenze, fruscii che non siano utili al "racconto sonoro", nondimeno talvolta ottimizzare la qualità della recitazione degli attori tramite artifici di edizione. questo lavoro di scelta, organizzazione e ottimizzazione del suono ripreso sul set è curato dal montatore di presa diretta. I criteri che userà saranno quelli di ottenere la maggiore chiarezza possibile delle battute, con la giusta proporzione di campi e omogeneità di suono tra i diversi ciak e il massimo possibile della pulizia del suono. ottenere una presa diretta pulità è un lavoro difficile che parte già in fase di organizzazione del set ma il lavoro del montatore del suono è fondamentale e molto tecnico, richiede grande abilità e accuratezza nell'editing, esperienza e gusto. se il fonico di presa diretta e il montatore avranno lavorato bene avremo un dialogo chiaro e pulito che andrà ad "occupare" buona parte del suono che al cinema sarà diffuso dall' altoparlante centrale. Tuttavia accade sempre che ci siano delle parti di dialogo più o meno estese che per ragioni tecniche (impossibilità di riprendere un sonoro di qualità sufficiente) o artistiche (necessità di cambiare i dialoghi) è necessario riprodurre in studio. questo tipo di lavorazione è il doppiaggio.
Ma il sonoro di un film non è solo dialogo ci sono moltissimi altri suoni che lo compongono e la musica. Nelle sale poi non c'è solo l'altoparlante centrale ma ce ne sono 6 : tre retroschermo (sinistro destro e centrale) ; 2 surround (nelle sale se ne vedono molti di più ma sono comunque divisi in due gruppi) e un canale dedicato alla diffusione delle basse frequanze il sub woofer. Da dove vengono tutti gli altri suoni che riempiono l' impianto cinematografico durante la proiezione di un film?
Il montaggio degli effetti e la registrazione dei rumori sala sono le fasi della post produzione sonora durante le quali il suono di un film diventa tale ovvero le fasi in cui il suono possibile di un film passa dall immaginazione degli autori e dei tecnici alla realtà.
Sono ovviamente fondamentali le indicazioni che il regista fornisce all' equipe di montatori perchè il suono è un elemento del racconto e la scelta dei suoni da inserire in un film è pertanto vincolata alla narrazione e mai fine a sè stessa. D'altra parte è l' esperianza dei montatori e rumoristi a suggerire al regista soluzioni, possibilità e ragioni opportunità in merito alla scelta di ogni possibile architettura sonora.
La lavorazione dei suoni "aggiunti" si differenzia in: realizzazione e montaggio degli ambienti, realizzazione e montaggio degli effetti speciali, registrazione e sincronizzazione dei rumori sala.
il confine tra queste tipologie di suoni e le rispettive lavorazioni è spesso sottile e non di rado viene scavalcato ma è comunque molto utile tenere presente queste differenze per ergonomia della lavorazione.

Con ambienti intendiamo quei suoni che usiamo per caratterizzare un luogo e che usiamo in un film per tutta la durata delle sequenze che vi sono girate. se siamo in un giardino avremo un aria che lo caratterizza, forse un leggero vento tra le foglie, il cinguettare di qualche uccellino. ma se questo giardino è in città sentiremo in lontananza del traffico, il passaggio di un auto, se poi si trova nei pressi di una stazione ferroviaria cosa sentiremo? è il giardino di una scuola? magari quello di un ospedale o di una casa al mare. in ogni caso dovremo cercare i giusti elementi per caratterizzare quel giardino cercandoli negli archivi o andandoli a registrare appositamente. una volta scelti e trovati i giusti elementi andrà dosato il rapporto tra di essi di inquadratura in inquadratura cercando un equilibrio sottile tra continuità e differenza. per montare gli ambienti possiamo usare tutti i canali (frontali, surround e sub woofer) a disposizione e anche la collocazione dei vari elementi nello spazio è un mezzo a nostra disposizione per dare una connotazione sonora specifica alle scene.

Con effetti speciali intendiamo quei suoni che occorrono occasionalmente all' interno del film. Stiamo all esempio del giardino: forse non vediamo dall' interno del giardino la strada, ma se sappiamo che qual giardino è vicino a una strada siamo giustificati a sentire il rumore del traffico e a sentirlo per tutta la durata della sequenza come rumore d'ambiente. Se però durante la scena passa qualcuno su una bicicletta bisogna che sentiamo il suono di questa bicicletta. Di che bicicletta si tratta? Di una vecchia bicicletta da passeggio? Di una mountain bike? Di una bicicletta da corsa? Hanno tutte suoni diversi. A che distanza la vediamo? E' al centro dello schermo? Passa da sinistra a destra? Pedalando o a ruota libera? Forse sarà necessario cominciare a sentirla da prima che la vediamo e una volta che non la vediamo più sentirla ancora per un pò, ma per quanto? Che importanza ha il passaggio di questa bicicletta nel racconto? Fatte tutte queste considerazioni, trovato il suono giusto e montato sulla scena averemo il nostro effetto speciale "passaggio bicicletta".
La possibilità di inserire suoni in una scena anche semplice è vastissima, soprattutto se spingiamo l'immaginazione oltre i confini dello schermo immaginando cosa ci sia, cosa possiamo sentire oltre ciò che vediamo, le possibilità diventano innumerevoli. L'immaginazione deve però coniugarsi alla necessità narrativa e trovare il suo spazio applicativo nella funzionalità del racconto.
Parlando del montaggio degli effetti speciali è importante soffermarsi su un aspetto centrale: il sincrono. L'illusione che un suono sia legato a qualcosa che accade sullo schermo, che provenga da lì, da qualla sorgente e fortemente condizionata dal sincrono che il suono ha con la scena. La percezione della sincronia tra suono e immagine è molto dettagliata, un occhio esperto avverte lo spostamento di un suono impulsivo(ad esempio di un sparo) fino a un quarto di fotogramma (circa un centesimo di secondo). Anche se il pubblico ha generalmente una sensibilità inferiore (o semplicemente non è allenato a concentrarsi sulle relazioni di sincronia con questa accuratezza), avverte comunque come "giusto" un suono perfettamente sincronizzato. Piccolissime imperfezioni di sincrono, se reiterate durante la proiezione, danno alla lunga la sensazione di avere un suono "scollato" dall'immagine.
L' argomento sincronia ci porta verso una fase particolarmente affascinante e artigianale della post produzione sonora. la registrazione e sincronizzazione dei rumori sala dove i suoni non si montano ma si eseguono.
Una volta montata la presa diretta, gli ambienti e gli effetti (sempre lasciando da parte la musica), al suono del film manca ancora qualcosa. Qualcosa che è come il sale. Mancano tutti quei suoni che sono impossibili da realizzare e montare, tutti quei suoni che vanno "eseguiti" direttamente guardando il film. Ogni pellicola ha in se una partitura, una partitura di suoni che solo un rumorista sa leggere e interpretare eseguendola già a sincrono con l'immagine. I passi in primo luogo, o i movimenti dei personaggi, che vengono sottolineati con leggerissimi suoni che sposano con tale naturalezza l' immagine da creare l'illusione di essere veri e non artificio e invenzione di un abile rumorista, sono suoni che sarebbe impossibile montare e che è necessario eseguire. Questo lavoro richiede un abilità eccezionale perchè oltre alla difficoltà stessa di andare a sincrono il rumorista, di fotogramma in fotogramma decide con cosa, con quali oggetti realizzare il suono che gli serve. Per questo la sua stanza di lavoro sembra un magazzino ed è piena di ogni sorta di attrezzo possibile che tiene sotto mano pronto a utilizzarlo in qualunque momento la partitura lo richieda. Certo registrare i rumori sala anche solo di una scena richiede decine di riprese, si procede pochi secondi per volta, ma l abilità del rumorista è indispensabile al suono del film. Una volta registrato tutto il materiale viene ulteriormente sincronizzato. Un rumorista durante l'esecuzione dei rumori sala ha un margine di errore di + o - 5 fotogrammi che con il passaggio successivo viene annullato per ottenere una colonna rumori sala che leghi perfettamente con le immagini per qualità dei suoni e sincronizzazione. Un aspetto fondamentale di questo lavoro come accennavo precedentemente è la scelta della qualità dei suoni registrati. I criteri sono da una parte la necessità di amalgamarsi alla qualità dei suoni di presa diretta, ai suoni veri con i quali spesso i rumori sala convivono, dall' altra la necessità di superarli perchè in un film le cose suonano spesso molto più e diversamente che nella realtà.

Quanto hanno in comune queste diverse lavorazione è tra l'altro la destinazione: il banco di missaggio del fonico di mix dove presa diretta, doppiaggio, rumori sala, ambienti, effetti speciali, e musica, vengono passati a setaccio, equilibrati e miscelati per andare a comporre il sonoro che sentiamo nelle sale cinematografiche.


 
 
 
 
 
 


 
 
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